GROSSETO – «Zona gialla per chi? Non per quei pubblici esercizi che non hanno spazio all’aperto: per loro siamo ancora in zona rossa» così il presidente provinciale di Confesercenti, Giovanni Caso, commenta le nuove disposizioni per ristoranti e bar.
«Poter utilizzare gli spazi all’aperto per ripartire, se può garantire lavoro a qualche esercente, in realtà taglia fuori tutta una serie di ristoratori che questo spazio non lo hanno, creando così enormi disparità».
«Ancora una volta prendiamo atto della difficoltà, da parte della politica, di immedesimarsi in quelle che sono le esigenze naturali di un imprenditore, ristoratore o barista che sia. Chi non ha spazi all’aperto, dovrà continuare a chiudere alle 18, dovrà proseguire con l’asporto, e di contro avrà la concorrenza di chi invece potrà aprire» continua Caso.
«Chi avrà uno spazio esterno potrà lavorare quasi normalmente (per quanto resti il nodo dell’orario di chiusura, e anche quello del clima: dove mangeranno i clienti in una serata di pioggia o se la sera dovesse fare particolarmente freddo?), mentre l’imprenditore che questo spazio non lo ha non potrà lavorare, pur restando aperto».
Anche per questo Confesercenti ha sollecitato le amministrazioni comunali a concedere suolo pubblico ai locali «Purtroppo però in certi casi lo spazio non c’è proprio».
Quanto poi alla chiusura alle 22, secondo il presidente di Confesercenti non c’è un «fondamento logico scientifico in questa scelta che alimenta sempre di più l’antipolitica. Se si può mangiare in sicurezza sino alle 22, perché non è possibile arrivare alle 23, o alla mezzanotte? Quello che conta veramente è il rispetto dei protocolli di sicurezza, quello che conta sono i controlli nei confronti di chi non rispetta le regole, non l’orario di chiusura».
Infine Confesercenti torna a ribadire il ruolo dei corpi intermedi «In un momento come questo è fondamentale che chi governa si consulti con le associazioni di categoria prima di prendere decisioni così importanti».