A decorrere dal 1° luglio 2021 e fino al 31 dicembre 2021, il nuovo assegno temporaneo si affianca, e non sostituisce, l’assegno per il nucleo familiare (ANF) il quale continuerà a trovare normale applicazione fino a quando non sarà anch’esso sostituito e fatto confluire, nelle intenzioni del Legislatore, nella futura misura universale dell’ “Assegno unico”, che dovrebbe entrare in vigore dal 1° gennaio 2022..
La nuova misura trova applicazione nei confronti dei nuclei familiari il cui reddito viene prodotto, anche in via esclusiva, da attività lavorativa autonoma (artigiani, commercianti, CD/CM), da attività svolta con partita IVA, ecc. con esclusione dei parasubordinati
Al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata del beneficio, l’interessato deve congiuntamente:
1) essere cittadino italiano o di uno Stato membro dell’Unione europea, o suo familiare, titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, ovvero essere cittadino di uno Stato non appartenente all’Unione europea in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo o del permesso di soggiorno per motivi di lavoro o di ricerca di durata almeno semestrale;
2) essere soggetto al pagamento dell’imposta sul reddito in Italia;
3) essere domiciliato e residente in Italia e avere i figli a carico sino al compimento del diciottesimo anno d’età;
4) essere residente in Italia da almeno due anni, anche non continuativi, ovvero essere titolare di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale;
Inoltre, con riferimento alla condizione economica, il nucleo familiare del richiedente deve essere in possesso di un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) di cui al DPCM n. 159/2013, in corso di validità, calcolato ai sensi dell’art. 7 del medesimo DPC non superiore a 50.000 euro.
Scadenza domande 30.06.2021 ma ad oggi alcune complessità anche in ordine alle procedure da utilizzare per l’invio delle rispettive istanze, sulle quali le direzioni nazionali dei patronati, tra cui la ns, hanno già avuto un primo confronto con le Direzioni centrali dell’INPS interessate.