GROSSETO – Novembre mese nero per gli acquisti. A dirlo Confesercenti che critica la campagna di sconti che già da inizio mese offrono grandi catene e piattaforme on line costringendo i piccoli negozi ad aderire o essere tagliati fuori dal mercato.
Ormai il black friday si è esteso ben oltre il classico venerdì; oltretutto, secondo stime Confesercenti che a tal proposito ha commissionato un sondaggio Ipsos, il budget in mano ai compratori, oltre ad essere sempre più risicato, finirà solo per il 29% nei negozi di vicinato.
Ormai da giorni gli acquirenti sono bersagliati da offerte di sconti che vanno dalle email ai messaggi. Questa campagna di sconti porterà inevitabilmente una buona fetta di cittadini ad approfittare e “avvantaggiarsi” sui regali del natale, rischiando così di vanificare la più importante occasione di shopping per il commercio. Il 57% di chi comprerà al black friday dichiara di voler utilizzare l’occasione per acquistare già un regalo per Natale.
Il budget medio per il black friday oscilla tra i 230 euro e i 280 euro. Quelli che più spenderanno saranno gli over 35 che punteranno ai prodotti della moda: il 64% acquisterà capi d’abbigliamento, calzature o accessori moda approfittando degli sconti. Seguono elettronica ed informatica, che raccolgono il 57% delle intenzioni di acquisto, ed elettrodomestici – dalle tv alle lavatrici – indicati dal 41%, mentre il 32% cerca prodotti per la casa. Ma c’è anche un 9% interessato ad altri tipi di prodotti, principalmente giocattoli, libri, oggetti da collezione, cosmetici ed altri prodotti di profumeria.
Confesercenti chiede regole per riequilibrare il mercato. «Le promozioni autunnali costituiscono un reale vantaggio o sono solo l’ultimo strumento del marketing – chiede il presidente provinciale Giovanni Caso -? L’unico dato certo, ad oggi, è la ricchezza che emigra dall’Italia attraverso le grandi piattaforme internazionali on line. Le promozioni del black friday e di novembre in generale stanno anticipando il Natale e dirottandolo verso il web. Il rischio, se non si interviene, è la chiusura delle attività e la desertificazione delle nostre città. Ormai novembre è diventato un mese “liberi tutti”, ma cercare di stare al passo con le grandi piattaforme web è un gioco al massacro. Vogliamo un mercato che tuteli davvero la concorrenza, o preferiamo lasciare che i giganti del web diventino monopolisti? Se vogliamo garantire un futuro al commercio di vicinato la politica deve intervenire e deve farlo adesso».