Concessioni balneari: le dichiarazioni di Fib e Sib attraverso i presidenti, Claudio Pierini e Daniele Avvento

mare ombrelloni stabilimenti balneari

“La montagna ha partorito l’ennesimo topolino. Dopo la grande manifestazione di protesta dello scorso 9 agosto, quando migliaia di ombrelloni in tutta Italia sono rimasti chiusi per due ore per dire basta alle prese in giro, la politica aveva rassicurato tutti i balneari che si sarebbe trovato il giusto equilibrio in materia di concessioni demaniali marittime. Sembrava si fosse davvero a pochi passi da una svolta decisiva, tanto che come Sib e Fiba avevamo sospeso le altre manifestazioni già in programma. E invece dal Consiglio dei Ministri è uscita fuori una soluzione che quasi ci offende. I circa duecento stabilimenti balneari della Maremma, dislocati lungo i nostri 130 chilometri della provincia di Grosseto sono tutti a conduzione familiare, addirittura nella grande maggioranza dei casi hanno la dimensione giuridica della ditta individuale. Persone e famiglie che non amministrano imperi come qualcuno crede, ma che, anzi, molto spesso devono ricostruire da zero ciò che la natura distrugge per continuare a offrire servizi che sono l’asse portante del turismo in Italia. La tromba d’aria di questa mattina a Marina è solo l’ultimo esempio al riguardo.

Per queste ragioni dire che siamo terribilmente preoccupati è dir poco. Dopo aver atteso per anni che il Governo mettesse mano a una riforma organica per la riassegnazione delle concessioni demaniali marittime, quello che è stato infine prodotto non risolve minimamente uno dei problemi principali del limbo giuridico che ci avvolge: il valore di una impresa privata che insiste su demanio marittimo. Il calcolo dell’indennizzo al concessionario uscente (qualora dovesse perdere la gara) previsto dal Governo è completamente assurdo e inaccettabile: invece che essere parametrato al valore aziendale d’impresa, leggiamo adesso che diventa pari al valore degli investimenti ultimi 5 anni, nell’ambito dei cespiti non ammortizzati. In poche parole, contrasta con quella che è la realtà.

Auspichiamo fortemente che, nell’ambito di una prolungata interlocuzione con la Commissione Europea, sia possibile nei prossimi mesi correggere e migliorare questa norma reintroducendo il valore aziendale d’impresa, o le nostre spiagge saranno preda di una serie infinita di speculazioni al ribasso, tutto l’opposto dei progetti industriali di ampio respiro che la nuova legge punterebbe ad ottenere”.