L’appello del presidente: «Comprate in Maremma, l’economia locale ha bisogno di voi»

Giovanni Caso mascherina

«Per l’economia serve una cura da cavalli» lo afferma il presidente provinciale di Confesercenti, Giovanni Caso, che usa per descrivere la situazione delle imprese maremmane gli stessi termini che si usano in sanità. «L’economia era già in rianimazione in tempo pre Covid – prosegue – L’indice di contagio pandemico Rt non è l’unico di cui dobbiamo preoccuparci purtroppo. Quello dell’economia, di Rt, sta aumentando in maniera esponenziale: aumentano le aziende in crisi, come in una pandemia, aumentano a macchia d’olio gli imprenditori che non ce la fanno».

«Dobbiamo aiutare gli esercenti a far fronte a questa crisi finanziaria, dare l’opportunità agli imprenditori di salvaguardare i posti di lavoro, che poi sono i posti di lavoro dei nostri figli, dei nostri fratelli, dei nostri nipoti. Comprando prodotti locali, sul territorio, diamo la possibilità alle imprese di ripartire e ricominciare ad assumere».

Per questo Caso vuole mandare un messaggio ai cittadini: «Perché diventino attori della nostra economia locale. Voglio invitare tutti a comprare locale, a comprare nei negozi sul territorio, così da sostenere l’economia territoriale».

Per quanto riguarda il commercio on line, che ha avuto un vero e proprio boom, il presidente precisa: «Io non demonizzo il commercio via web che tanti imprenditori locali stanno tentando in questo momento. Il problema non è il mezzo utilizzato. Il problema sono i grandi player che di fatto pagano le tasse altrove, e possono permettersi sconti e ribassi impossibili nei nostri negozi di vicinato, creando anche un problema di concorrenza. Ma voglio ricordare a tutti che quel risparmio non è “gratis”; quel risparmio lo paghiamo caro, in tasse non versate e in servizi e posti di lavoro persi. Quelli che guadagniamo sono invece riders e fattorini spesso con contratti che offrono anche poche tutele. È questo il lavoro che vogliamo per i nostri figli?».

«Pubblicizzare il balck fridays in un momento in cui i negozi sono chiusi è un’ulteriore mazzata per i piccoli e medi imprenditori che sono l’ossatura stessa di questo Paese e dell’Europa intera».

Novembre e dicembre, da mesi in cui si concentravano le spese natalizie, stanno diventando mesi neri. Si pubblicizza ovunque il black friday, ma con i negozi chiusi e l’impossibilità di uscire la gente si rivolge al mercato on line, e questi soldi che si perdono non si recupereranno più. Sono soldi che vanno via, lontano dalla Maremma e pure dall’Italia.

Purtroppo il passaggio dalla zona Arancio (dove già le cose erano difficili) alla zona Rossa ha causato, per alcune imprese, cali di fatturato anche del 70%. Ci sono molte attività, come le agenzie di viaggio, che di fatto non fatturano da marzo scorso.

«Si sono fatti spendere i soldi ai ristoranti per mettersi in regola e poi si sono chiusi. Queste aziende si sono adeguate per nulla. Ci sono intere filiere che non sono presenti nel decreto ristori. Quel che vedo – prosegue Caso – è una mancanza di programmazione. Questi sussidi a singhiozzo sono solo palliativi. L’Italia ha bisogno di una cura da cavallo: bisogna incentivare la produzione nazionale tornando a produrre in Italia. E poi serve una grande riforma finanziaria e fiscale. I provvedimenti sinora adottati dal Governo stanno creando disparità evidenti: i negozi di tante categorie merceologiche possono stare aperti ma non possono lavorare perché la gente non può spostarsi».

La situazione non era florida neppure pre-Covid, adesso gli imprenditori si ritrovano con costi di gestione lievitati: aumentano i costi di esercizio e calano i ricavi. Il rimandare il pagamento delle tasse non risolve nulla, se non di rinviare il problema.

Poi Confesercenti torna a sollecitare i cittadini «Bisogna essere noi ad aiutare il territorio: dobbiamo responsabilizzarci e ritrovare lo spirito di unità nazionale. In questo momento di difficoltà la gente tende a risparmiare, però se poi si guarda bene si vede che gli acquisti on line vengono fatti e che in molti hanno acquistato bici e monopattino con i bonus del Governo, quindi chi spende c’è. E allora noi invitiamo chi può a spendere sul territorio, ad acquistare localmente, a lasciare questi soldi nella nostra provincia così da non impoverire il territorio».